Il Cristiano è un Israelita.

Un’affermazione del genere al giorno d’oggi per molti può sembrare un’assurdità, mentre per alcuni è una offesa; tuttavia dal punto di vista spirituale è una verità fondamentale del piano di salvezza di Dio.

In un tempo in cui i seguaci di Gesù Cristo non erano identificati con l’appellativo cristiani, Paolo li identifica come israeliti e giudei: "In Cristo Gesù, infatti, né la circoncisione, né l’incirconcisione hanno alcun valore, ma l’essere una nuova creatura. E su tutti quelli che cammineranno secondo questa regola sia pace e misericordia, e così pure sull’Israele di Dio. (Gal 6:16).

Tutto ha inizio quando Dio chiamò Abramo ad abbandonare la sua casa, i suoi familiari e i suoi beni e gli donò una terra fertile per possederla in eterno.

Oltre a questi doni materiali, Dio fece delle promesse ad Abramo: "Poi lo condusse fuori e gli disse: "Mira il cielo e conta le stelle, se le puoi contare", quindi aggiunse: "Così sarà la tua discendenza" (Gen. 15:5) e "Io do alla tua discendenza questo paese, dal torrente d’Egitto al grande fiume, il fiume Eufrate" (Gen. 15:18).

Visto che la moglie era sterile, Abramo cercò di avere un erede tramite la serva della moglie perché vedeva in ciò la vera promessa fatta da Dio. Ma non fu così.

Ebbene, ci sono promesse materiali e ci sono promesse spirituali; infatti, tale distinzione è chiara dopo che Abramo ebbe l’erede tramite sua moglie e, infine, superò la prova dell’offerta in sacrificio di suo figlio a Dio:"Io giuro per me stesso, dice l’Eterno, poiché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, l’unico tuo figlio, io certo ti benedirò grandemente e moltiplicherò la tua discendenza come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; e la tua discendenza possederà la porta dei suoi nemici. E tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua discendenza, perché tu hai ubbidito alla mia voce" (Gen. 22: 16-18).

Teniamo a mente queste promesse e consideriamo alcune fondamentali verità: Abramo aveva avuto un figlio dalla serva e uno dalla sua vera moglie, ma il Signore considerò suo vero e unico figlio quello avuto dalla moglie. Dio stesso promise ad Abramo che avrebbe avuto una discendenza dalla sua moglie (Gal 4:23) e stabilì che da questa discendenza nascesse colui che avrebbe salvato il mondo (Gal 3:16).

Le promesse fatte ad Abramo, quindi, sono state trasmesse ad Isacco ed a Giacobbe, a cui fu dato il nome di Israele (Gen 32:28), i quali camminarono con il Signore nella fede. Le promesse fatte ad Abramo, dunque, sono per la progenie di Israele: "Ma DIO disse ad Abrahamo: Non essere addolorato a motivo del ragazzo e della tua serva; dà ascolto a tutto quello che Sara ti dice, perché uscirà da Isacco la discendenza che porterà il tuo nome. Ma anche del figlio di questa serva io farò una nazione, perché è tua discendenza" (Gen 21:12-13).

Nella lettera ai Romani, l’apostolo Paolo rivolgendosi ai suoi concittadini israeliani, secondo la carne, rivela che esiste una differenza tra l’Israele materiale, la discendenza secondo la carne, e l’Israele spirituale, la discendenza della promessa: "E neppure perché sono progenie di Abrahamo sono tutti figli; ma: In Isacco ti sarà nominata una progenie. Cioè non i figli della carne sono figli di Dio, ma i figli della promessa sono considerati come progenie." (Rom 9:8-9).

Il Signore non fa distinzione tra popoli e nazioni (Rom 2:11) la salvezza è offerta a tutti ed ha fatto di tutti i credenti un solo popolo (Col 3:11; Gal 3:28-29). Dio sceglie secondo la Sua autorità.

"Infatti, il Giudeo non è colui che appare tale all’esterno, e la circoncisione non è quella visibile nella carne; ma Giudeo è colui che lo è interiormente, e la circoncisione è quella del cuore, nello spirito, e non nella lettera; e d’un tal Giudeo la lode non proviene dagli uomini, ma da Dio." (Rom. 2:28-29.)

Colui che è chiamato ad uscire da questo mondo corrotto ed accetta la Sua chiamata ottiene la cittadinanza del Regno di Dio ,che è l’Israele spirituale, il popolo di Dio. È la fede in Gesù Cristo che ci fa diventare progenie d’Abramo ed eredi secondo la promessa.

Paolo, considerato l’apostolo dei Gentili, rivolto a loro dice: "Perciò ricordatevi che un tempo voi gentili di nascita, chiamati incirconcisi da quelli che si dicono circoncisi, perché tali sono stati fatti nella carne per mano d’uomo, eravate in quel tempo senza Cristo, estranei dalla cittadinanza d’Israele e estranei ai patti della promessa, non avendo speranza ed essendo senza Dio nel mondo. Ma ora, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete stati avvicinati per mezzo del sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due popoli uno e ha demolito il muro di separazione, avendo abolito nella sua carne l’inimicizia, la legge dei comandamenti fatta di prescrizioni, per creare in se stesso dei due un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare a ambedue con Dio in un sol corpo per mezzo della croce, avendo ucciso l’inimicizia in se stesso. Ed egli venne per annunziare la pace a voi che eravate lontani e a quelli che erano vicini, poiché per mezzo di lui abbiamo entrambi accesso al Padre in uno stesso Spirito. Voi dunque non siete più forestieri né ospiti, ma concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio, edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Gesù Cristo stesso la pietra angolare, su cui tutto l’edificio ben collegato cresce per essere un tempio santo nel Signore, nel quale anche voi siete insieme edificati per essere una dimora di Dio nello Spirito."

L’accesso al Regno di Dio, dunque, è consentito a tutte le genti di ogni lingua e nazione, e la totalità dei membri i veri circoncisi (Fil 3:3) formano un solo popolo Israele che è il tempio spirituale di Dio.

Dunque, la fede in Gesù Cristo ci fa diventare progenie di Abramo (Gal 3:7-9) ed eredi secondo la promessa in virtù del legame familiare che abbiamo quali fratelli con Cristo: "Poiché tutti quelli che sono condotti dallo Spirito di Dio sono figli di Dio. Voi infatti non avete ricevuto uno spirito di schiavitù per cadere nuovamente nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di adozione per il quale gridiamo: "Abba, Padre" Lo Spirito stesso rende testimonianza al nostro spirito che noi siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi, eredi di Dio e coeredi di Cristo, se pure soffriamo con lui per essere anche con lui glorificati." (Rom 8:14-17)

Il popolo di Dio, Israele, è erede di tutte le cose come lo è stato il Signore Gesù Cristo: "Dio, dopo aver anticamente parlato molte volte e in svariati modi ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo di suo Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, per mezzo del quale ha anche fatto l’universo." (Ebrei 1:1-2) … "Infatti egli non si prende cura degli angeli, ma si prende cura della progenie di Abrahamo" (Ebrei 2:16)."…affinché i gentili siano coeredi dello stesso corpo e partecipi della sua promessa in Cristo mediante l’evangelo" (Ef 3:6).

"Voi dunque non siete più forestieri né ospiti, ma concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio" (Ef 2:19) La nostra cittadinanza infatti è nei cieli, da dove aspettiamo pure il Salvatore, il Signor Gesù Cristo, il quale trasformerà il nostro umile corpo, affinché sia reso conforme al suo corpo glorioso, secondo la sua potenza che lo mette in grado di sottoporre a sé tutte le cose. (Fil 3:20-21).

Paolo nella lettera ai Romani al capitolo 3 rivela come i gentili convertiti vengono a far parte del popolo di Dio Israele; per chiarezza dell’argomento usa il paragone dell’innesto dei rami (i gentili) sulle radici (i profeti).

Il signor Gesù Cristo è ministro di Israele e dà la cittadinanza a tutti quelli che accettano la sua chiamata: "Or io dico che Gesù Cristo è diventato ministro dei circoncisi a difesa della verità di Dio, per confermare le promesse fatte ai padri, ed ha accolto i gentili per la sua misericordia, affinché glorifichino Dio come sta scritto: "Per questo ti celebrerò fra le genti, e canterò le lodi del tuo nome". (Rom 15:8-9).

Gesù stesso rivelò questo mistero alla samaritana: "Donna, credimi: l’ora viene che né su questo monte, né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete; noi adoriamo quel che conosciamo; perché la salvezza viene dai Giudei. Ma l’ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità, perché tali sono gli adoratori che il Padre richiede." (Giov 4:21-23).

Tre elementi che confermano quanto suddetto:1) la Gerusalemme terrena non è la patria dei credenti in quanto essi aspettano quella spirituale, 2) i veri giudei sono la chiesa spirituale attraverso cui si ottiene la salvezza, 3) i veri adoratori possiedono lo Spirito di Dio.

A chi vince, agli israeliti, il Signore darà la ricompensa.

Pace e misericordia e ogni benedizione siano sull’Israele di Dio, la Sua Chiesa, il Suo popolo.

Amen.

g. faraone



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